Sei un AGRICOLTORE? Scopri l’ utilizzo dei Droni in Agricoltura
Uno dei campi lavorativi in cui si sta facendo notare l’utilizzo dei droni è l’agricoltura.
In questo settore infatti il drone facilita delle attività e fa risparmiare sia tempo che costi, grazie all’utilizzo di sofisticati strumenti di monitoraggio.
Sempre più agricoltori oramai stanno facendo il corso per piloti di droni, per ottenere l’attestato necessario per pilotare ed utilizzare il proprio drone in totale sicurezza.
PERCHE’ usare i droni in agricoltura?
Sensori a terra, sistemi GPS e apparecchiature di telerilevamento consentono infatti di valutare lo stato del terreno e adottare le tecniche di coltivazioni più efficaci.
Ecco perchè l’utilizzo di droni in agricoltura sta diventando una risorsa davvero importante.
Inoltre il drone offre una vista dall’alto, grazie alla quale abbiamo una prospettiva inedita, che ci permette di rilevare dati e informazioni sulla singola pianta, monitorare lo stato fisiologico delle colture e l’insorgenza di malattie.
L’uso di droni in agricoltura fa RISPARMIARE?
Equipaggiati con fotocamere multispettrali e un avanzato sistema di sensori – accelerometri, giroscopi e magnetometri – i droni sono in grado di garantire interventi sostenibili anche da un punto di vista ambientale.
Calcolando infatti, con esattezza, le quantità di fertilizzanti o pesticidi di cui una coltivazione ha bisogno, è possibile evitare trattamenti inutili e ridurre i costi.
Il primo paese pioniere in questo settore è stato il Giappone con l’utilizzo dei droni nelle risaie, per la spruzzatura nelle risaie, utilizzando un drone RMAX della Yamaha.
In ITALIA si usano i droni in agricoltura?
In Italia la sperimentazione dell’uso di drone in agricoltura è appena agli inizi, ma ci sono già aziende che ne hanno introdotto l’utilizzo e la sperimentazione.
Il primo drone italiano, chiamato Agrodron, è stato sviluppato tra Ravenna e Udine.
Dotato di GPS, può essere comandato a distanza o programmato per volare autonomamente. Pesa 5,5 kg e può “lavorare” 10 ettari di terreno all’ora.
Agrodron è stato già sperimentato su una coltivazione di mais, nel mantovano, rivelandosi molto efficace nella lotta ai parassiti. Il prezzo oscilla tra 2 mila e 20 mila euro.
E in AMERICA?
Anche negli Stati Uniti, con il rilascio delle prime autorizzazioni, l’uso dei droni in agricoltura sta decollando; qui il mercato è potenzialmente molto vasto.
I droni con videocamere a infrarossi in alcuni casi sono stati utilizzati per monitorare i vigneti e migliorare la produzione vinicola. Droni agricoli stanno trovando applicazione anche nelle coltivazioni di mais in alcuni Stati del Sud.
Quali sono quindi i VANTAGGI dell’uso di droni in agricoltura?
Quindi riassumiamo i vantaggi che possiamo avere utilizzando un drone in agricoltura:
1. Flessibilità di impiego in base alle necessità
2. Tempestività e velocità di intervento
3. Elevata risoluzione spaziale
4. Quarto punto ma decisamente fondamentale: risparmio sui costi.
Ci sono PROBLEMATICHE nell’uso dei droni in agricoltura?
Qualcuna: le problematiche che potremmo avere utilizzando un drone in ambito agricolo sono:
1. La correzione delle immagini, in quanto le immagini risentono della riflettanza della luce sulle colture
2. L’orario in cui vengono fatte le riprese
Agricoltura di precisione
Agricoltura di precisione, cos’è e come funziona?
Con l’espressione agricoltura di precisione si fa riferimento al crescente fenomeno della digitalizzazione in agricoltura.
Grazie alla diffusione delle tecnologie di informazione e comunicazione, in particolare delle tecnologie digitali di nuova generazione e più “distruttive” (ovvero capaci di modificare profondamente lo status quo), cambiando il modo di vivere e di lavorare attraverso l’introduzione di nuovi prodotti e servizi, lo strumentario oggi a disposizione degli agricoltori si è ulteriormente arricchito di attrezzature (come smartphone, tablet, droni, sistemi di guida automatica, sistemi di mungitura robotica, fotocamere multispettrali, sofisticati sensori) che consentono, con sempre maggiore accuratezza, di monitorare e controllare un appezzamento di terreno più in dettaglio o un singolo animale, nel caso dell’allevamento, e di intervenire solo dove e quando è necessario e opportuno, con aumento delle rese e risparmio considerevole dei fattori produttivi (semi, fertilizzanti, acqua, suolo, fitofarmaci, farmaci veterinari, carburanti, ecc.), di tempo, di fatica (fisica e mentale) e con benefici che superano il singolo contesto aziendale e investono l’intera società.
Lo stato incentiva l’agricoltura di precisione?
La risposta è SI’, con il decreto ministeriale 22 dicembre 2017, a firma del Ministro Maurizio Martina, sono state approvate le Linee guida per lo sviluppo dell’Agricoltura di precisione in Italia, sulla base di un’analisi condotta da uno specifico Gruppo di Lavoro.
Aumentare la sostenibilità del modello agricolo attraverso l’innovazione è una delle sfide più importanti del prossimo futuro, per consentire all’Italia di incrementare le produzioni agricole di qualità e allo stesso tempo tutelare l’ambiente.
Nasce infatti un credito d’imposta, per gli anni 2020, 2021 e 2022, destinato alle imprese che realizzano progetti ambientali e che includono beni strumentali nuovi, pari al 10% delle spese sostenute per brevetti, consulenze e lavoratori dipendenti legati a questi progetti.
Bonus per l’agricoltura innovativa: in particolare viene istituito un contributo a fondo perduto fino al 35% della spesa e mutui agevolati di importo non superiore al 60% della spesa ammissibile per il finanziamento di iniziative per lo sviluppo di processi produttivi innovativi e dell’agricoltura di precisione o alla tracciabilità dei prodotti con tecnologie block-chain.
Quali sono le principali tecnologie esaminate nelle Linee Guida?
- Tecnologie di elettronica (di base o anche molto avanzate) preposte sia all’acquisizione del dato (monitoraggio), sia all’impiego dell’informazione all’interno del contesto produttivo (controllo operativo); sono, pertanto, tecnologie che generano e usano informazioni nella fase iniziale e finale del ciclo produttivo;
- Tecnologie di posizionamento con le quali le informazioni per il ciclo produttivo si integrano con ulteriori dati indispensabili quando entra in gioco una dimensione spaziale (o sito-specifica) del processo produttivo;
- Tecnologie informatiche hardware per la gestione fisica dei dati, ovvero la disponibilità di sistemi e supporti o canali fisici per la loro visualizzazione, conservazione, trasmissione (tramite reti e sistemi di telecomunicazioni di vario tipo) e fruibilità;
Quali sono le attuali tecnologie a disposizione?
Nel “parco” tecnologie troviamo ormai una varietà di hardware e software tra cui:
- sistemi globali di navigazione tramite satellite (Gnss) affidabili, precisi, 3 flotte di satelliti, correzioni sempre più accurate;
- sistemi di guida semiautomatici e in alcuni casi anche automatici con monitor di grandi dimensioni;
- mappatura delle produzioni su colture estensive, industriali e vite;
- sensori per la rilevazione degli indici di vegetazione delle colture, sensori “on the go” per la caratterizzazione del terreno, sensoristica applicata alle macchine e alle attrezzature per la gestione interna ed esterna, sensori montati su droni e uso di immagini satellitari ed aeree ad hoc;
- modelli di supporto alle decisioni, modelli previsionali di caratteri climatico, agronomico, economico, ecc. per ogni tipo di situazione e coltura;
- sistemi di analisi, elaborazione, archiviazione e visualizzazione dei dati abbinati a Gis per un razionale sistema informativo aziendale e per la tracciabilità esterna;
- Isobus per trattori e operatrici;
- operatrici a funzionamento variabile in grado di leggere mappe di prescrizione per tutte le operazioni colturali;
- operatrici mecca-troniche in grado di modificare in tempo reale la loro funzionalità sulla base delle variabili condizioni di lavoro;
- sistemi di telemetria concepiti soprattutto per ragioni logistiche e di assistenza tecnica alle macchine per i rivenditori.